Stai pensando di trasferirti all’estero per un periodo di lavoro? Oppure vuoi lavorare a distanza per un’agenzia estera? Qualunque sia l’evenienza preoccupati di capire come funziona la tassazione per chi lavora all’estero per non trovarti in seguito davanti a spiacevoli sorprese!
Come funziona la tassazione per chi lavora all’estero
La tassazione per coloro che lavorano all’estero è una questione complessa che dipende dalla residenza fiscale. Molti italiani trovano impiego in Paesi stranieri come la Svizzera o la Germania, o vivono in zone di confine, e si pongono la domanda: dove si pagano le tasse? La risposta è legata soprattutto alla propria residenza. Dal punto di vista fiscale, è importante considerare se il contribuente è residente fiscalmente in Italia o nel Paese in cui lavora. Vediamo le diverse situazioni.
La residenza fiscale e la tassazione dei redditi permettono di determinare se il contribuente, sia esso una persona fisica o una società, rientra nel sistema fiscale italiano per il calcolo delle imposte sui redditi e dell’IVA. Per acquisire la residenza fiscale, sono necessari due requisiti: l’iscrizione all’Anagrafe della popolazione residente e il domicilio o la residenza in territorio italiano per più di 183 giorni all’anno. I riferimenti normativi sono l’articolo 2 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e, per i soggetti diversi dalle persone fisiche, come le società, l’articolo 73 del TUIR. Esaminiamo ora i due casi dei lavoratori all’estero.
- Lavoratori all’estero, ma fiscalmente residenti in Italia:
In questo caso si applica il principio della “worldwide taxation”, che implica che coloro che risiedono in un determinato Paese paghino le tasse nello stesso Stato. Quindi, indipendentemente dal luogo in cui i redditi sono generati, devono essere dichiarati in Italia. - Lavoratori all’estero con residenza fiscale trasferita all’estero:
In questa situazione, le tasse devono essere pagate nel Paese straniero di residenza.
È importante evitare la doppia imposizione dei redditi, che può verificarsi per alcune tipologie di reddito e in base alle normative fiscali del Paese in cui viene erogato il reddito. In tal caso, il reddito deve essere dichiarato sia nello Stato estero (Stato della fonte) che nello Stato di residenza fiscale. Tuttavia, è possibile ottenere il riconoscimento di un credito per le imposte pagate all’estero, come previsto dall’articolo 165 del TUIR, al fine di evitare questa doppia tassazione.
Per gli italiani che vivono all’estero per un periodo superiore a 12 mesi, esiste l’Anagrafe Italiana Dei Residenti All’estero (AIRE), istituita dalla Legge n. 470/88. Questo registro raccoglie i dati dei cittadini italiani che risiedono all’estero, e coloro che intendono trasferire la loro residenza devono presentare una dichiarazione all’Ufficio anagrafe del proprio comune. L’iscrizione può essere effettuata tramite il portale dei servizi consolari.
In conclusione, le questioni relative alla tassazione per coloro che lavorano all’estero dipendono dalla residenza fiscale e dalla normativa vigente. È consigliabile consultare esperti fiscali o professionisti competenti per garantire il rispetto delle regole e per evitare problemi legati alle imposte sui redditi.
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